RECENSIONE DI UN ERGASTOLANO DEL
LIBRO “FIORI DI SERRA”
Ogni giorno mi tocca
inventarmi e pensare come trascorrere la giornata. E vivendo in pochi metri
quadri con delle sbarre dietro e un cancello davanti non è facile. Per fortuna
ho dei libri da leggere e la penna per scrivere. (Diario di un ergastolano:
www.carmelomusumeci.com).
Ci sono dei giorni che il carcere
dà un tal senso d’inutilità che non riesci neppure a sentirti infelice. E
quando mi viene il desiderio di uscire e non posso farlo mi metto a leggere
perché i libri mi aiutano a segare le sbarre della mia finestra e mi
trasmettono la forza per esistere e resistere. In questi giorni ho letto un bel
libro della scrittrice e poetessa Miriam Ballerini dal titolo “Fiori di serra”
(Rapsodia Edizioni ISBN 978-88-99159-12-2
Pag. 239 € 15,00), che sarà
presentato a Francoforte alla tradizionale fiera del libro della città.
Il libro di Miriam è importante
perché parla di carcere, dando voce e luce ai detenuti. E sfogliando le sue pagine
si viene a sapere che in carcere il dolore, la delusione e la sofferenza sono
normali, sono pane quotidiano.
Leggendo fra le righe si scopre
che i prigionieri si sentono umiliati e mortificati, poiché sentono che la
società non li vuole perché li considera cattivi e colpevoli per sempre.
Io sono fortemente convinto che è
un libro da consigliare ai politici, perché, forse, questa lettura potrebbe
essergli utile per migliorare le carceri e portare la legalità nelle nostre
“patrie galere”, poiché il sistema spesso ci vuole migliori, costruttivi e
propositivi; ma al momento opportuno ci ricorda che siamo solo spazzatura
sociale. Credo che una società che rinuncia al perdono e chiede giustizia, ma
pensa alla vendetta, rinunci alla libertà, alla serenità e alla felicità.
L’opera di Miriam è un libro che
emoziona e ti fa immaginare come vive e cosa pensa un prigioniero, confermando
che il carcere è la privazione di tutto: dalla libertà di scegliere, che è
l’atto fondamentale della condizione umana; fino al divieto di amare. Dentro
questo libro ci sono sentimenti, passioni e sofferenze che provano tutti i
detenuti dietro le mura di una prigione.
È un’opera che merita non solo di
essere letta, ma di farne anche il passaparola per farlo conoscere e farlo
adottare nelle scuole.
Vi confido che una delle cose che
più mi hanno colpito di questo libro è il titolo: Fiori di serra. Perché
Miriam, con la sua umanità e sensibilità, paragona i detenuti, nonostante il
male che hanno fatto, a dei fiori che vivono e crescono in una serra.
Buona lettura.
Carmelo Musumeci
Carcere di Padova aprile 2015