Miriam Ballerini scrive
da quando aveva 12 anni ma ha pubblicato il suo primo libro solo
all'età di 32 anni. Prima di allora non aveva trovato una casa
editrice disposta ad investire su una ragazza così giovane. Tra le
sue opere ricordiamo: Il giardino dei maggiolini (2002), Dietro il
sorriso del clown (2003), La casa degli specchi ( 2004), Bassa marea
(2005), Fiori di serra (2008), L'ultimo petalo (2011), Diario di una
ragazza del sud (2015), Come impronte sulla neve (2017).
Nei
suoi libri e nelle sue poesie tratta temi sociali attraverso la
delicatezza di parole semplici e versi poetici.
Adora
gli animali, accudisce conigli, un cane e un gatto e, naturalmente,
ama dedicarsi alla letteratura. Le tematiche sociali l'hanno portata
a visitare anche carceri e reparti psichiatrici. Racconta le storie
degli ultimi perchè ha deciso di mettere a disposizione la sua
creatività e le sue capacità letterarie per aiutarli a superare le
loro difficoltà. Per lei scrivere è una necessità, è una spinta
vitale. Sa raccontare i problemi dei suoi personaggi con molta
leggerezza e, poco alla volta, gradualmente, conduce il lettore a
condividere le loro emozioni.
I
protagonisti dei suoi romanzi si trovano di fronte a condizioni
difficili, proprio quando muoiono le illusioni e la vita sembra
finita. Si trovano allora in una situazione quasi insostenibile.
Cosa possono fare? Prima di tutto amare sé stessi, con la
consapevolezza della propria forza, e credere nel proprio valore.
Questo permette loro di sfuggire ai condizionamenti e alle
prepotenze, allo scopo di ricostruirsi e imparare ad amare sé stessi
e gli altri.
E'
giunto il momento di rivolgere direttamente alcune domande alla
nostra scrittrice.
- Siamo nel 2017, anno di pubblicazione dell'ultimo libro "Come impronte sulla neve". Di quale argomento tratta ?
Questo
romanzo ha diverse chiavi di lettura, dal femminicidio, alla
ricostruzione di sé. Essenzialmente troviamo risposta a una semplice
domanda: di cosa abbiamo bisogno per essere felici? Ecco che ho
cercato di rispondere togliendo il superfluo e puntando sulle
emozioni umane e sui rapporti: amicizia, amore, rispetto di sé e
degli altri. Il tutto è ambientato in un cascinale, dove ho avuto
modo di esprimere il mio grande amore per la natura, cercando di fare
avvicinare il lettore agli animali e all'ambiente che ci circonda. Si
parla di rapporti famigliari, dove ognuno si può riconoscere, ora in
questo, ora in quel personaggio. Il confronto fra le varie età. Una
lettrice mi ha fatto notare che, essenzialmente, è un libro dove le
storie accadono all'interno dei protagonisti più che in un luogo
fisico.
Il
titolo vuol fare notare come, nei momenti di disperazione, pare di
trovarsi in un campo innevato, dove i segnali sono tutti coperti. Ma
basta compiere un passo per lasciare una nuova impronta. Tutti noi
lasciamo un segno del nostro passaggio, anche se questi sono
destinati a sparire, proprio come le impronte nella neve.
- In questi 15 anni quali sono state le soddisfazioni e quali le delusioni?
Soddisfazioni
moltissime! Dai premi vinti, ai molti riconoscimenti ottenuti in
ambito nazionale e internazionale. Soprattutto, la maggiore
gratificazione giunge ancora dalle persone che leggono i miei libri.
Gente che magari nemmeno conosco, che mi cerca per dirmi che il mio
libro è piaciuto. Oppure, persone che mi incontrano e mi chiedono
quando uscirà il nuovo libro!
Le
delusioni, invece, sono inevitabili. Dall'accorgersi che,
spessissimo, la meritocrazia è solo una bella favola. Oppure, notare
come certi individui tentino di oscurarti, perché c'è chi decide
chi debba farsi notare e chi no, in questo mestiere davvero
difficile. Eppure: io ci sono e continuo a scrivere, nonostante le
difficoltà. E ci sono da ben quindici anni, ormai!
- Per i tuoi scritti, in genere, prendi ispirazione da fatti reali o lavori molto di fantasia ?
Entrambe
le opzioni. Parlando di fatti di cronaca, è inevitabile prendere
spunto da eventi reali. Ma il tutto viene depositato in un romanzo di
invenzione. Spesso ho fatto ricerche che mi hanno portato a vivere
davvero alcune situazioni, come ricordavi nell'incipit a questa
intervista, entrando in carcere, oppure avendo a che fare con chi
soffre di malattie mentali.
Voglio
ringraziare lo staff di Protagoniste in rete per questo spazio e, non
ultima, Maria Chiara Sibilia che da sempre mi accompagna nel mio
percorso professionale. E' sempre la prima persona a presentare i
miei nuovi lavori, affiancandomi con quel garbo e quella delicatezza
che la contraddistinguono.
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