martedì 27 giugno 2017

Recensione a cura di Marco Salvario

COME IMPRONTE NELLA NEVE di Miriam Ballerini
ISBN: 978-88-9375-233-6
Prezzo:  € 19,00
Anno: 2017
Pagine: 290



Mirian Ballerini ha la grande dote, coltivata e fatta crescere libro dopo libro, dal suo primo (2002) “Il giardino dei maggiolini” all’ultimo (2017) “Come impronte nella neve”, di riuscire ad essere una scrittrice impegnata, attenta ai problemi sociali, e al tempo stesso una narratrice che coinvolge e appassiona.
La lettura di “Come impronte nella neve” è un’emozione continua e senza pause: poche volte ho avuto la fortuna di imbattermi in un volume così abilmente pensato e costruito, dove ogni pagina e ogni episodio sono momenti importanti, arricchiti di conoscenze e sensazioni vere e profonde. Non dimentichiamo che l’autrice, prima di scrivere il romanzo “Fiori di serra”,  ambientato nel carcere di Como, ha chiesto e ottenuto di provare l’esperienza di essere rinchiusa in una cella; questo bisogno di autenticità, di provare per comunicare verità, fa sì che quando l’autrice esprime pensieri, turbamenti, comunichi qualcosa che lei ha sperimentato e conosciuto, prima di metterlo su carta. Quando parla di prendere tra le mani un serpente e accarezzarlo, siate sicuri che  esprime sensazioni che lei ha provato di persona.
Leggendo, saranno le nostre paure,  il nostro cuore più o meno generoso o indurito, la nostra capacità o incapacità di aprirci al prossimo, a farci condividere o meno la vita di Zeljka, la protagonista del libro. Inevitabilmente incontreremo personaggi che ci saranno simpatici o sgradevoli, però, nessuno di loro uscirà completamente vincitore o sconfitto. Nessuno viene condannato, quali siano le sue colpe, meschinità, i suoi limiti, perché “Come impronte nella neve”, racconta la vita di persone che sono vere a 360 gradi, non epopee di eroi, non delitti e castighi. Una storia che potrebbe in certi passi diventare tragedia, pagina di cronaca, ma che resta vita vera con i suoi momenti belli e i suoi dolori, quando invece che aiutarci o sopportarci, spesso ci facciamo del male l’un l’altro.
Se ci sono lettori che, come me, sovente si fanno prendere dalla frenesia di arrivare alla fine di un libro e saltano pagine, più per potere passare a una nuova lettura che per la curiosità di sapere come va a finire, sappiate che questo non succederà con il libro dei Miriam Ballerini, perché ogni momento ha tensione, importanza, una profonda dignità.

(c) Marco Salvario

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