venerdì 20 ottobre 2017

Intervista di Maria Chiara Sibilia su Protagoniste in rete

Miriam Ballerini scrive da quando aveva 12 anni ma ha pubblicato il suo primo libro solo all'età di 32 anni. Prima di allora non aveva trovato una casa editrice disposta ad investire su una ragazza così giovane. Tra le sue opere ricordiamo: Il giardino dei maggiolini (2002), Dietro il sorriso del clown (2003), La casa degli specchi ( 2004), Bassa marea (2005), Fiori di serra (2008), L'ultimo petalo (2011), Diario di una ragazza del sud (2015), Come impronte sulla neve (2017).
Nei suoi libri e nelle sue poesie tratta temi sociali attraverso la delicatezza di parole semplici e versi poetici.
Adora gli animali, accudisce conigli, un cane e un gatto e, naturalmente, ama dedicarsi alla letteratura. Le tematiche sociali l'hanno portata a visitare anche carceri e reparti psichiatrici. Racconta le storie degli ultimi perchè ha deciso di mettere a disposizione la sua creatività e le sue capacità letterarie per aiutarli a superare le loro difficoltà. Per lei scrivere è una necessità, è una spinta vitale. Sa raccontare i problemi dei suoi personaggi con molta leggerezza e, poco alla volta, gradualmente, conduce il lettore a condividere le loro emozioni.
I protagonisti dei suoi romanzi si trovano di fronte a condizioni difficili, proprio quando muoiono le illusioni e la vita sembra finita. Si trovano allora in una situazione quasi insostenibile. Cosa possono fare? Prima di tutto amare sé stessi, con la consapevolezza della propria forza, e credere nel proprio valore. Questo permette loro di sfuggire ai condizionamenti e alle prepotenze, allo scopo di ricostruirsi e imparare ad amare sé stessi e gli altri.
E' giunto il momento di rivolgere direttamente alcune domande alla nostra scrittrice.

  • Siamo nel 2017, anno di pubblicazione dell'ultimo libro "Come impronte sulla neve". Di quale argomento tratta ?
Questo romanzo ha diverse chiavi di lettura, dal femminicidio, alla ricostruzione di sé. Essenzialmente troviamo risposta a una semplice domanda: di cosa abbiamo bisogno per essere felici? Ecco che ho cercato di rispondere togliendo il superfluo e puntando sulle emozioni umane e sui rapporti: amicizia, amore, rispetto di sé e degli altri. Il tutto è ambientato in un cascinale, dove ho avuto modo di esprimere il mio grande amore per la natura, cercando di fare avvicinare il lettore agli animali e all'ambiente che ci circonda. Si parla di rapporti famigliari, dove ognuno si può riconoscere, ora in questo, ora in quel personaggio. Il confronto fra le varie età. Una lettrice mi ha fatto notare che, essenzialmente, è un libro dove le storie accadono all'interno dei protagonisti più che in un luogo fisico.
Il titolo vuol fare notare come, nei momenti di disperazione, pare di trovarsi in un campo innevato, dove i segnali sono tutti coperti. Ma basta compiere un passo per lasciare una nuova impronta. Tutti noi lasciamo un segno del nostro passaggio, anche se questi sono destinati a sparire, proprio come le impronte nella neve.

  • In questi 15 anni quali sono state le soddisfazioni e quali le delusioni?
Soddisfazioni moltissime! Dai premi vinti, ai molti riconoscimenti ottenuti in ambito nazionale e internazionale. Soprattutto, la maggiore gratificazione giunge ancora dalle persone che leggono i miei libri. Gente che magari nemmeno conosco, che mi cerca per dirmi che il mio libro è piaciuto. Oppure, persone che mi incontrano e mi chiedono quando uscirà il nuovo libro!
Le delusioni, invece, sono inevitabili. Dall'accorgersi che, spessissimo, la meritocrazia è solo una bella favola. Oppure, notare come certi individui tentino di oscurarti, perché c'è chi decide chi debba farsi notare e chi no, in questo mestiere davvero difficile. Eppure: io ci sono e continuo a scrivere, nonostante le difficoltà. E ci sono da ben quindici anni, ormai!

  • Per i tuoi scritti, in genere, prendi ispirazione da fatti reali o lavori molto di fantasia ?
Entrambe le opzioni. Parlando di fatti di cronaca, è inevitabile prendere spunto da eventi reali. Ma il tutto viene depositato in un romanzo di invenzione. Spesso ho fatto ricerche che mi hanno portato a vivere davvero alcune situazioni, come ricordavi nell'incipit a questa intervista, entrando in carcere, oppure avendo a che fare con chi soffre di malattie mentali.


Voglio ringraziare lo staff di Protagoniste in rete per questo spazio e, non ultima, Maria Chiara Sibilia che da sempre mi accompagna nel mio percorso professionale. E' sempre la prima persona a presentare i miei nuovi lavori, affiancandomi con quel garbo e quella delicatezza che la contraddistinguono.


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